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Un site specific di danza e voce con live electronics e piante

foto Carolina Farina

Riflesso 1. Suoni e visioni

In un’ottica green e sostenibile, il palco dove si svolge la performance è il prato a ridosso degli archi dell’Acquedotto, spina dorsale del parco Torre del Fiscale. La scelta non è casuale: al centro dello spazio campeggia una roverella che, con nostra grande meraviglia, scopriamo essere l’elemento fondamentale per la riuscita dello spettacolo. Il gesto danzato e la parola, infatti, sono un dialogo con quell’albero solitario e, per renderlo possibile, Giselda Ranieri si è avvalsa per la prima volta dell’esperienza che l’amica musicista Federica Gennai ha maturato in questi anni con le piante e il bio feedback elettronico. La compositrice ci spiega poi come funziona il collegamento tra strumentazione elettronica e albero:

“Un sintetizzatore modulare con all’interno un bio feedback, collegato con dei sensori ai rami e alle foglie, cattura gli impulsi elettrici della pianta e li trasforma in frequenze, ovvero in note musicali. Il timbro ovviamente lo scelgo io, ma le note che fa – basse o alte, la velocità e l’intensità sono tutte date dall’albero che oggi, a causa del caldo, durante il sound check non collaborava (ovvero non cantava, o non suonava), mentre stasera era proprio rock’n roll! Era nel pieno della vitalità”.

In collegamento con l’albero, quindi, la musica scaturisce dalla vita della roverella attraverso il synt. La danzatrice all’inizio della performance ascolta il canto dell’albero e pian piano entra in relazione con lui, muovendosi liberamente. Quando subentrano vocalizzi e suoni elettronici prodotti da Gennai attraverso il synt, il suo movimento improvvisato si espande nello spazio. Dopo un primo momento danzato in silenzio immersivo, Giselda inizia anche a parlare. Le parole le affiorano spontanee sulle labbra, seguendo un flusso interiore che parte da ricordi personali ma pian piano integra il paesaggio circostante, spettatori compresi, in un continuo cambio di prospettiva da molto vicino a molto lontano. Giselda Ranieri è diventata trasparente – come il vetro, appunto. Rovesciando il proprio punto di vista antropocentrico, si fa paesaggio, diventa uno fra gli elementi e non il solo elemento dell’ecosistema, né il più importante. “Come quando si osserva un animale in una teca di vetro, con la differenza che l’animale nella teca sei anche tu, in un dialogo continuo tra il dentro e il fuori, tra l’io e il tutto, tra l’io e la Natura” – ci spiega alla fine Giselda Ranieri.

Il festival Attraversamenti Multipli 2024 si interroga sulle relazioni tra i linguaggi artistici contemporanei e il futuro ‘Fragile’ del nostro pianeta, e così anche Giselda Ranieri.

‘Vetro’ è un progetto nato su ispirazione dei due laboratori chiamati ‘Nostalgia del presente’, creati in collaborazione con Margine Operativo alla fine del 2023. Ai partecipanti, Giselda Ranieri aveva chiesto cosa ci mancherebbe del nostro presente, quali gesti danzanti tramanderemmo agli abitanti di un futuro in cui tutto quello che conoscevamo, di quotidiano e anche banale, non esistesse più? Cosa fare per trattenere ciò che rischia di andare perduto, cosa fare ad esempio nel caso o casomai le api dovessero scomparire?

foto Carolina Farina

Dorina Alimonti

Riflesso 2. Un allenamento alla moltitudine di punti di vista

In un mondo dove siamo bombardati di input e abbiamo difficoltà a soffermarci sul presente dove tutti siamo concentrati nelle nostre vite e sul futuro, pensarsi uno fra gli elementi e stare in un dialogo costante tra dentro e fuori significa immergersi, tentare di registrare tutto e disciogliere il nostro io. Mi chiedo quanta disponibilità ci sia da parte dell’essere umano a farlo e quanta consapevolezza c’è nel sapere che il proprio punto di vista non è assoluto. La drammaturgia dello spettacolo è il paesaggio stesso e la meditazione, il movimento e l’improvvisazione fanno entrare la performer e lo spettatore in uno stato di grazia unico. Presenti a ciò che accade!  Quello che sorprende di più intervistando Giselda Ranieri e Federica Gennai è che le due hanno fatto una sola prova prima di creare questa performance. Spesso si immagina il processo creativo come qualcosa di ostico dove non si sa dove andare e che richiede tempistiche lunghissime ma in questo caso il processo è continuo e in divenire visto che varia sempre in base al paesaggio, alla pianta e al pubblico.  Sarebbe interessante vedere cosa succede in uno spazio come Milano e come suona una pianta in altri ambienti.

foto Carolina Farina

Riflettendo sulla poetica e la ricerca di Giselda Ranieri, sul ricordarsi di essere paesaggi, mi viene in mente il libro illustrato da Anne – Margot Ramstein e Matthias Aregui “Dentro Fuori” che abbiamo usato durante il primo incontro di redazione, pensato per dei bambini dai 4 anni ma che sarebbe opportuno che forse leggessimo anche noi adulti per nutrire lo sguardo della bambina che è dentro di noi.  In questo libro non ci sono testi scritti ma solo immagini e ogni doppia immagine presenta lo stesso luogo da due punti di vista sia dall’interno che dall’esterno. In questo modo c’è sempre sorpresa, stupore e niente è asettico. Potrebbe essere un ottimo esercizio anche per politici, insegnanti, avvocati, poliziotti per allenare la moltitudine di punti di vista da cui è possibile guardare la medesima situazione e anche per gli stessi artisti per ricordarsi che non sono da soli a fruire dell’arte.

Deborah Ponzo

Riflesso 3. Lasciarsi attraversare:  Giselda Ranieri e le danzatrici di Telemelé

De la manière dont elle utilise son corps pour exprimer ses émotions, chaque de sesmouvements, me souvient d’un ancien histoire. Lorsquej’avais l’âge de 14 ans, moi et monpèrepartais à un danse, traditionnelledansmonvillage de Telemelé ., guinéenne en poulardonappelleçaNamou. Je suis parti avec mon père au village pour suivre cette spectacle, c’était magnifique. Cinq femmes dansaient, l’autre chantait de la manière dont elle faisait des mouvements c’est un peu similaire de cette dame, vraiment c’est fantastique. J’ai vu la meme sensibilitè au rythme à la mélodie et à l’ambiance de la musique, la danseuse a crée sa propre performance, elle est captivanteaussi. Et elle sait interpréter la musique. Elle comprend aussi le contexte émotionnel de la danse. Vraiment moi, Souleymane je l’apprécie et je l’aimebeaucoup.

foto Carolina Farina

Per il modo in cui usa il suo corpo per esprimere le emozioni, ogni suo movimento mi ricorda una vecchia storia. Quando avevo 14 anni, io e mio padre siamo andati ad un ballo tradizionale nel mio villaggio di Telemelé, in guineiano lo chiamiamo Namo. Sono andato con mio padre al villaggio per seguire questo spettacolo ed è stato magnifico. Cinque donne ballavano, un’altra cantava e il modo in cui si muoveva assomigliava alla performance di Giselda, davvero è fantastico. Nella sua performance, ho visto la stessa sensibilità al ritmo, alla melodia e all’atmosfera della musica, lei ha creato la propria performance, ed è anch’essa accattivante. Lei sa interpretare la musica e capisce anche il contesto emotivo della danza. Io, Souleymane, l’ho apprezzato davvero tanto, e mi è piaciuta molto.

Souleymane Bah

Dopo aver visto:

Vetro
Concept, danza e voce:
Giselda Ranieri
Synth, live electronics, piante e voce: Federica Gennai
Produzione ALDES
in collaborazione con Margine Operativo/ Attraversamenti Multipli