Happiness! Come guardano i bambini

Sguardi e voci del giovane pubblico di Attraversamenti Multipli guardando il circo della compagnia Rasoterra

 

 

foto Carolina Farina

Nella giornata del 18 settembre a Largo Spartaco, Alice Gaia Roma e Damiano Fumagalli, accompagnati dalle musiche di Francesca Musnicki, ci rendono partecipi del loro folle viaggio in bicicletta, alla ricerca dell’unico motore che può muovere le nostre vite: Happiness. La compagnia Rasoterra ci ha incantato con la potenza del circo, con l’ironia e gli effetti a sorpresa delle acrobazie di due impacciati e divertentissimi circensi, nel faticoso tentativo di guidare la loro bicicletta.

Anche noi abbiamo partecipato, con i nostri sospiri preoccupati, meravigliati, mentre li vediamo l’una sulle spalle dell’altro, o attraverso i gridolini spaventati, eccitati, dei bambini quando Damiano tira fuori la motosega per tagliare il tronco sul quale in piedi Alice tenta disperatamente di cantarci una canzone.

«Io soffro di vertigini» dico ad Ali e Barbara che sono lì con me, insieme agli altri della redazione meticcia, a parlare di ciò che abbiamo visto. «Uno spettacolo così lo riesco a vedere solo con un occhio chiuso e uno aperto. Per lo meno all’inizio, poi ho capito: ce l’avrebbero fatta. E mi sono fidata, li ho guardati, mi sono lasciata trascinare dalla loro voglia di volare. Non avevo mai visto uno spettacolo così».

 

foto Carolina Farina

 

«Un circo per le strade di Roma per me è la prima volta», dice Ali, studente libico della scuola d’italiano per stranieri e rifugiati di Asinitas. «Per me è la prima volta che ho visto questo circo in vita mia, c’è tanta acrobazia e divertimento; ad esempio nel mio paese ci sono diversi spettacoli per strada, come corse automobilistiche e giochi con la palla. C’è una festa del cavallo e anche una celebrazione dell’abito arabo, e c’è anche una festa per strada ed è una festa culturale per diversi paesi. Ogni paese presenta le sue cose, i suoi costumi, le sue tradizioni e i suoi cibi. Queste sono le cose che esistono nel mio paese, e io le amavo molto. Quando veniva il momento, ci andavo sempre da bambino, ma l’esperienza di guardare il circo di Roma è stato qualcosa di diverso. Per me, era come stare nei cartoni animati dei vecchi tempi! È stato un grande circo e vorrei vederlo più spesso in città».

«L’ascolto, ecco quello che mi ha colpito di più», dice Barbara. «Erano in piena armonia con la caoticità che li circondava, attenti ai rumori della strada e del pubblico. Suoni, aerei di passaggio, invasioni improvvise di bambini entusiasti, tutto diventava parte della scena».

Lei in piedi su tutta l’altezza di lui – assicurata dalle braccia di Damiano, tese a tenerle i piedi – gli occhi chiusi, il sorriso, le mani che toccano il cielo e che sembrano quasi poter disturbare il volo dei gabbiani in lontananza…era bellissima. E così sembravano dover pensare i bambini, ah i bambini… Chi urlava con gli artisti incoraggiandoli, chi suggeriva qualcosa, chi saltando su due piedi si sentiva volare come gli acrobati, chi attraversava continuamente la scena tanto da farsi letteralmente ribaltare da Damiano che tenendolo dai piedi, lo riportava sulla sedia.

 

 

I bambini ci volevano essere. Con tutto il corpo e con tutta la voce. Quando lo spettacolo è finito, gli artisti hanno lasciato la piazza, che di nuovo veniva attraversata liberamente da bambini: alcuni correvano impazziti, altri saltavano, una bambina con i pattini faceva il salto all’ostacolo con un pezzo di tronco della scena. Chissà cosa pensano, cosa vedono. Ci riuniamo e qualcuno propone di chiederglielo: chiediamo ai bambini cos’hanno visto! Io Barbara e Ali ci interessiamo subito e con Laura partiamo verso i piccoli intervistati. Io e Ali a destra, Barbara e Laura a sinistra. I bambini si fanno avvicinare subito e hanno voglia di parlare, sono felici che qualcuno faccia loro delle domande. E lo siamo anche noi.

 

 

Chiara Cecchini, Ali Jubran, Barbara Berardi

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