Sconfinamenti linguistici. Mondocane in lingua Bangla

Abbiamo chiesto ad Andrea Cota | Mondocane di raccontarci in lingua bangla gli eventi che avranno luogo domenica 19 settembre ad Attraversamenti Multipli.


Per la traduzione ci aiuta Prity Naher, una ragazza bangladese che vive da tre anni in Italia, che ho incontrato nella scuola di Asinitas, in cui lavoro come insegnante di italiano.

Fra le comunità straniere residenti a Roma, quella bangladese è una delle più numerose e conta all’incirca 31.000 persone, residenti prevalentemente nel quadrante Est della città. La lingua bangla è così una delle più parlate nei quartieri di Roma.

Prity mi racconta quanto sia importante per lei, e per l’identità di ogni bangladese, la questione della lingua madre, su cui si è giocata nel tempo la posta dell’identità nazionale.

foto Carolina Farina

Il 21 febbraio di ogni anno si festeggia, in Bangladesh e presso le comunità residenti all’estero, la giornata nazionale della lingua madre.

La ricorrenza ricorda il 21 febbraio del 1952, quando diversi studenti dell’Università di Dacca furono uccisi dai militari del Pakistan (che all’epoca comprendeva anche il Bangladesh), mentre manifestavano per il riconoscimento della lingua bangla come lingua ufficiale. Il Bangladesh ha ottenuto l’indipendenza solo nel 1971, dopo un conflitto della resistenza bangladese contro l’esercito pakistano, che provocó la morte di un numero imprecisato di persone (centinaia di migliaia). La protesta studentesca e la rivendicazione linguistica sono state fra le chiavi decisive del successo.

Prity mi racconta che in tutte le scuole del Bangladesh c’è un monumento (che riproduce il grande Shaheed Minar a Dacca) che ricorda gli studenti e le studentesse di quel 21 febbraio e che – come lei faceva da bambina e per tutti gli anni che ha frequentato la scuola – nella ricorrenza dell’evento, tutti i bambini, alle quattro del mattino, scalzi in segno di rispetto, vanno al monumento a portare un fiore per rendere omaggio ai giovani martiri dell’indipendenza.

Nel 1999 l’Unesco ha così istituito il 21 febbraio quale Giornata Internazionale della Lingua Madre, per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo.

A Torpignattara, uno dei quartieri più multiculturali della città, ha la sua sede la scuola di Asinitas. Presso questo centro, molti della comunità bangladese si riuniscono grazie alle iniziative di Sushmita Sultana, direttrice della scuola di canto, danza e lingua bangladese per bambini Sanchary Sangeetayan. In questa ricorrenza i bambini si esibiscono con danze e canti, soprattutto cantando la canzone nazionale Amar Vaiyer Rokte Rangano Ekushey February (qui il saggio di fine anno).

Valorizzare la lingua e la cultura d’origine può restituire a bambini e ragazzi di seconda generazione la ricchezza delle loro appartenenze culturali e contribuire a far dialogare il mondo familiare con quello scolastico e sociale e sostenerli nella propria costruzione identitaria nel momento cruciale della crescita.

Federica Mezza, Prity Naher, Ornella Maggiulli

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