Monologo a due sulla performance Wall dialogue resistance di Sara Marasso e Stefano Risso/Il Cantiere

Es.pongo di Giulia Lannutti _ Instagram: Es.pongo

Cosa vedi al di là del muro?

Già, che c’è dietro il muro? Una domanda che spesso torna, persiste e mi disturba nelle sere di pensieri esistenziali e poichi lo ha costruito?

Con questa domanda, ripetuta e incalzante, proveniente da una voce fuori campo, inizia lo spettacolo. Il muro delle scalette di largo Spartaco, illuminato da un proiettore, diventa spazio scenico e protagonista della danza.

…alla fine posso non avere un’idea chiara di chi ha iniziato con il primo sasso – è cosi che continuo ad aiutare a tenerli in piedi? – e mi dispiace e anche mi preoccupa perché non sto da solo al di qua. Anch’io più volte ho sentito quella naturale ansia, paura, che mi fa rimanere dietro quella parete, perché sto al sicuro, perché è quello che ho imparato che si “deve fare”…

La danzatrice comincia analizzando minuziosamente il muro: sembra volere farlo suo, capirlo, (ap)prenderlo. Impossibile guardare oltre: i mattoni, la materia, impediscono di vedere al di là. Non rimane che guardare il muro stesso, in ogni suo dettaglio, e godere della forza di attrazione che quel limite di mattoni sprigiona.

…ovviamente non parlo del muro di Berlino o di quello quasi fatto in Mexico, parlo dei muri che tagliano il mio sguardo e accorciano la mia mente. Parlo di quello che ho pensato, mentre vedevo come la danzatrice spingeva, saltava, si fermava, ripensava e tornava a spingere…

foto Carolina Farina

Poi inizia la danza a due, ma in solitaria. Una danza convulsa e frenetica che vede la danzatrice Sara Marasso e il musicista Stefano Risso muoversi accanto al muro come chiamati ad esso da un’invisibile forza, come se entrambi non potessero fare a meno di avvicinarsi e allontanarsi e di nuovo avvicinarsi. Qualsiasi cosa ci sia dietro, oltre il limite, si chiami desiderio, volontà, Dio, è certo un’energia che muove, che anima e che irrimediabilmente attrae.

quella voce, quella costante voce in tutte le lingue, anche nella mia lingua madre – Qué pasaría si te atreves a mirar más allá del muro, che succede se scelgo un giorno di guardare al di là del muro? – Forse dovrei iniziare da un piccolo sasso? Forse dovrei saltare? Forse dovrei cercare un aiuto? Forse Sara Marasso consiglia sottilmente questo con il suo corpo…

Ci muoviamo continuamente verso il muro, come attirati da un magnete invisibile. E quella stessa energia la ridiamo al mondo: la danza di Sara Marasso è tutt’altro che fluida, contratta, espressione di una potenza non umana. Eppure essa permette e guida il movimento di un corpo umano. È qui che il limite smette di essere tale: seppure invisibile, ciò che è al di là incide sulle vite che sono di qua, muove corpi, apre domande, ci rende parte di un tutto che non vediamo ma che ci investe. Il muro, una realtà fisica, materiale, non è più impedimento, ma una definizione degli spazi, una delimitazione che non limita la comunicazione né la connessione con il mondo.

Sentivo la voglia di conoscere, più voglia di cambiare, o meglio, adattarmi, perché pensavo: e se fosse solo una casualità che lei sta girando intorno a un muro con la faccia di Che Guevara disegnata (almeno di quello che è rimasto) o era un altro dei tanti messaggi che solo io capisco? Quando dico che solo io capisco, non intendo una voce nella testa che mi dice “Julio sei tu” …no quella voce ancora non ha il visto quindi è rimasta a Cuba. Parlo di messaggi che capisco perché io ero quello strano fuori del muro, io guardavo da fuori e per me l’Italia era lo sconosciuto. E ora qualcosa ho capito, e ancora provo a capire.

Julio Ricardo Fernandez e Giulia Lannutti

foto Carolina Farina

WALL DIALOGUE RESISTANCE

Direzione artistica: Sara Marasso e Stefano Risso
Direzione di produzione: Giovanna Gosio
Coreografia e danza: Sara Marasso
Composizioni sonore, musica dal vivo e video: Stefano Risso
Voce in prestito: Michele Di Mauro
Disegno luci: Sara Marasso e Stefano Risso
Una produzione IL CANTIERE
con il supporto di: DevirCapa Centro Artes Performativas do Algarve e Teatri di Vita

Un ringraziamento speciale a José Laginha e Sara Martins, Andrea Adriatico e Stefano Casi

Uno studio / site specific creato per Attraversamenti Multipli 2020

Lascia un commento