Il blog di Attraversamenti Multipli 2016

AMIANTO una storia operaia- Giorni di cieli plumbei

Diario di bordo

Giorno 5 di navigazione

Non sempre ai marinai intrepidi è consentito navigare con il mare calmo, alle volte il cielo si colora d’una tonalità densa, plumbea, pare di essere avvolti da una pesante coperta d’acciaio. E’ difficile seguire la propria rotta con il vento a sfavore e le mareggiate improvvise, dominati solo dalla potenza delle intemperie.

Questo giorno di navigazione inizia con una canzone di Nada, udita in un porto di un’isola lontana, suonava più o meno così…

“Cos’è la vita
senza l’amore
è solo un albero
che foglie non ha più.

E s’alza il vento
un vento freddo
come le foglie le speranze butta giù.
Ma questa vita cos’è se manchi tu.”

14877128_10210910384417631_997545032_nE’ sempre un piacere incontrare nelle nostre peregrinazioni naviganti esperti, narratori appassionati che con il semplice gesto di raccontare una storia ti fanno sentire d’aver vissuto mille vite in più, oltre alla tua. E’ il caso d’un uomo: Alberto Prunetti e il suo libro “Amianto”. Vagava per le strade del porto accompagnato da menestrelli che rispondono al nome di Bartolini/ Baronio.

Dice d’esser nato sotto il segno dell’acciaio ascendente amianto, concepito nella città simbolo delle morti per la polvere bianca: Casale Monferrato, primi giorni di navigazione sulle spiagge sterili con la sabbia candida a causa dell’acido solforico.  Ci raccontano la storia di suo padre, Renato, un operaio che ha iniziato a lavorare a quattordici anni, dei suoi viaggi per l’Italia e del rischio di un lavoro che sfamandoti ti porta via la vita, dell’indignazione, delle mani da lavare con l’acquaragia, dell’Audi 80 del 1990 che mi ricorda tanto la mia barchetta di carta.

Attorno a loro un atollo silenzioso, tutti ascoltano con attenzione le parole di Alberto con la voce e la musica di Bartolini/Baronio, occhi lucidi come il riflesso del sole sul mare piatto, emozione e rabbia perché “Se uno legge Amianto e non gli arriva la botta, vuol dire che ha la testa sbagliata e si è messo il cuore sotto le scarpe. Vuol dire che i padroni lo hanno lavorato bene”. Perché questo giorno di navigazione inizia con una canzone di Nada e finisce con una fibra di amianto che si ferma nei polmoni…

Di nuovo una musica di lontano…

“Per arrichì ‘n brigante so’ crepato”

Beatrice

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