“Qualcosa che può essere esplorato,
ma forse non reso in una mappa”.
“Nel settembre 2014 un insieme di studenti di architettura, ex studenti e residenti della Collina di Castello sentono il bisogno di riaprire il complesso archeologico di Santa Maria in Passione e i suoi giardini. È così che il 5 ottobre dello stesso anno (…) danno il via al recupero delle rovine. (…) Da allora, ogni persona che entri in contatto con quest’esperienza riconosce l’importanza della “cura del luogo”.
“Alcuni di noi parlano di custodia di un bene comune, altri di autorecupero…”
“Questo luogo si mostra come “la più grande stratificazione archeologica della città”, attraversata, nel tempo, dalla più eterogenea delle stratificazioni sociali.”
dal sito della Libera Collina di Castello liberacollinadicastello.org
“piazza S. Maria in Passione”
“Il Luogo nuovamente identitario è adatto ad essere piattaforma delle più svariate contaminazioni, senza ancora un’identità prestabilita difficile da inscatolare e per questo sperimentale e vario. Parliamo di “Libera Collina di Castello”, un luogo per tutti, riserva ideale delle buone pratiche.” Da “Cura, tutela e salvaguardia di un sito archeologico a Genova. La “Libera Collina di Castello” un progetto partecipato“ tesi di Laurea Magistrale in Architettura di Matteo Rocca
ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI #GENOVA
attraversa i luoghi della Libera Collina di Castello