“Per molti il teatro è un temporaneo, episodico e consapevole non-lavoro” queste, le parole pronunciate da Tiziano Panici nella conferenza/spettacolo “Vita da Artisti” a cura di Margine Operativo.
Ed ecco che noi viaggiatori, nel quarto giorno di scoperta, ci andiamo a domandare quale sia lo spazio degli artisti: non in senso metaforico, non nell’accezione poetica che gli abbiamo dato finora, ma su un piano reale e doloroso.
Dove si rinfranca un artista? Dove si sente a casa?
Dov’è che non si sente dato per scontato?
Forse non in Italia, non nelle sedi istituzionali, che tanto elogiano il valore della cultura quanto lo fanno passare in secondo piano a favore di altri non-valori, riducendo tutto ad una questione di “budget stanziato”.
E’ una performance genuinamente amara, che ci prende per mano quasi con violenza e ci mette di fronte ad una verità scomoda, in grado di mettere in soggezione e far riflettere.
Allora ce lo chiediamo ancora una volta: qual è lo spazio di un artista?
Forse proprio quello che gli mette a disposizione una sedia, un microfono e la possibilità di raccontarsi.
Raccontare se stesso e quelli come lui.
Francesca Benedetti
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