Esercizi di condivisione con Consorzio Granolucisano

In dialogo con Chiara Lucisano, un’intervista di Alagie Camara e Alessia Passalacqua

«Nel 2018 ho danzato anch’io a Largo Spartaco, in questo festival» mi dice Alagie Camara dopo aver visto insieme Alix Mautner aveva grande curiosità per la fisica – Stagione 2 …poi la cosa prese un’altra piega di Consorzio Granolucisano qui ad Attraversamenti Multipli. «Ero uno dei performer de La conferenza degli uccelli» continua Alagie mentre aspettiamo di intervistare Chiara Lucisano di Consorzio Granolucisano. «Ero un uccello danzante, avevamo dei vestiti piumati e ballavamo come se stessimo volando. Ero con Francesca Lombardo, Livia Porzio e Manuela Serra e mi ricordo che dopo lo spettacolo alcune persone le hanno intervistate chiedendo loro spiegazioni sull’idea e sullo sviluppo della performance. Ora le domande le facciamo noi!». Ridiamo. Tutto è connesso. Io e Alagie balliamo da quando siamo bambini, e anche se in due posti così lontani, lui in Gambia e io qui in Italia, conosciamo quella rete di sensazioni percepite tra chi balla e tra chi osserva. E anche che ognuno vive la danza a modo suo. Ognuno con il proprio corpo, i propri limiti e le proprie espressioni. «In Gambia ogni tribù ha il proprio modo di ballare, ad esempio, noi della tribù Mandinka, abbiamo il nostro modo e la cosa più bella è che puoi identificare la tribù di appartenenza di una persona dal suo modo di danzare». Anche in scena durante la performance di Consorzio Granoclucisano riconosciamo due modi di danzare completamente diversi, quello dei cinque fisici e delle cinque danzatrici. Allora le prime domande che facciamo a Chiara sono sul perché di questo connubio tra l’arte della danza e la scienza della fisica. Apparentemente due discipline molto lontane e diverse tra loro, ma che in realtà riescono ad incastrarsi perfettamente mantenendo ognuna la propria integrità e il proprio essere.

Come nasce l’idea di questa performance?

L’idea del Consorzio Grancolucisano è di creare, durante la settimana di ricerca, un luogo di incontro tra la fisica e la danza, e dunque tra i corpi e le menti di cinque fisici e cinque danzatrici. Questo stesso luogo cerchiamo di riportarlo sulla scena. Si tratta di un luogo di ascolto in cui ognuno è con sé ma allo stesso tempo con tutto il gruppo .

Perché avete scelto proprio la fisica come materia da associare alla danza?

Abbiamo scelto di fare incontrare la fisica e la danza in parte per motivi biografici: sia io che Teodora, per varie ragioni, siamo state molto a contatto con persone che studiavano fisica. Questa vicinanza ci ha fatto riflettere su come queste due discipline abbiano alcuni punti di contatto come ad esempio lo studio dell’invisibile, le domande sul ruolo dell’osservatore, per non parlare delle questioni sul tempo e sullo spazio.

La performance è scandita in “missioni”. Cos’è l’ultima missione di cui parlate alla fine della performance?

L’ultima missione si chiama Cosa lascio di me ogni giorno. É stata una missione svolta durante tutta la settimana di ricerca che ci ha portato allo spettacolo. I partecipanti al laboratorio, alla fine di ogni giorno, si sono fatti fotografare con una macchina analogica dalla nostra fotografa e videomaker, Giulia Salvatore. Il loro compito era guardare e lasciarsi guardare. Siccome lo trovavamo un momento carico di significati con Teodora abbiamo poi deciso di portarlo nella performance.

Chiudiamo anche noi con una missione. Imparare a vedere il mondo come il risultato di tante piccole entità, uniche nel proprio essere ma in connessione continua. Come ora siamo noi – Alessia e Alagie – in connessione tra noi e con ciò che ci circonda per scoprirsi capaci di poter condividere uno sguardo, un corpo, una passione.

Alagie Camara e Alessia Passalacqua

il 22 Settembre 2020   /   Senza categoria   /   Scrivi un commento